“Malmaritate” è un progetto musicale e culturale, ideato dalla Narciso Records di Carmen Consoli, Ambasciatrice del Telefono Rosa nel 2007.
Il Progetto accoglie contributi di donne che operano nei diversi settori dell’arte (musica, teatro, danza, mimo, pittura) per un vero e proprio viaggio tra i meravigliosi, ma anche tortuosi percorsi dell’universo femminile. Una delle esperienze più emozionanti delle Malmaritate è stata nel 2013: Gabriella Grasso, Valentina Ferraiuolo, Concetta Sapienza e Emilia Belfiore si sono esibite davanti ai detenuti dell’istituto Penitenziario di Catania. Un concerto di intensità, forza, amore per la vita. Ospitiamo con piacere il loro racconto su quella intensa e indimenticabile giornata di bellezza e speranza.
“Era una fredda giornata d’inverno, la nebbia all’orizzonte ed il sentore che qualcosa di molto speciale stesse per accadere conferivano alla nostra attesa una cornice surreale. L’aria frizzante punzecchiava garbatamente i muscoli del viso e le labbra assumevano via via un aspetto severo e rigoroso dal tono violaceo, quasi livido.
Chissà come avremmo affrontato la situazione.
Il nostro 30 dicembre è cominciato così, in un’atmosfera non proprio incoraggiante ma con il desiderio di comunicare una frase, una canzone, un pensiero forse banale ma autentico di libertà, bellezza, compassione ,coraggio e speranza .
A poche ore dalla conclusione di un anno, il 2013, per noi importante, che ci ha visto nascere, ci preparavamo per un insolito appuntamento.
Normalmente dietro ad ogni incontro si celano un mix di emozioni: curiosità, entusiasmo, aspettativa, desiderio,…
Sentimenti con cui, anche in passato, donne come noi si sono certamente confrontate.
Forse proprio dalla delusione successiva a tanta attesa o dall’infrangersi di speranze mal risposte sono nate, già a partire dal Medioevo, le cosiddette “malmaritate”, quelle donne, cioè, obbligate a matrimoni di convenienza o ferite da amori non corrisposti e frantumati nella disillusione di un brusco ritorno ad una realtà non combaciante con quella sognata.
Già, le mal-maritate, le prime vere cantautrici della storia, coloro cioè che affidavano al canto e alla poesia i più intimi turbamenti. Ed è a loro che, in qualche modo, il nostro gruppo si ispira…e non solo per il nome che porta.
Sono passati secoli da allora eppure, anche se per ragioni diverse, la condizione della donna non sembra migliorata.
Gli amori disincantati oggi si traducono in “femminicidio”, i sogni infranti in violenza e noi, come le “malmaritate” del passato proviamo a “gridare” il disagio della nostra società, nel tentativo di trasformare questo malessere, a volte disarmante, attraverso l’unico mezzo costruttivo che abbiamo a disposizione: la musica, l’arte.
Normalmente quando ci si avvicina alla fine di un anno, si cominciano a fare i bilanci: cosa si è costruito? Cosa si poteva fare in più? Cosa si può lasciare all’anno vecchio e cosa invece si vuole portare nell’anno nuovo?
Ma per noi, quel 30 dicembre, non rappresentava un momento di chiusura, di “resa dei conti”. Era un’occasione in più per poter mettere una nuova importante azione, una “causa” come dicono i buddisti, che avrebbe segnato non solo il nostro cammino ma anche, speravamo, quello di chi ci stava attendendo.
Quaranta giovani uomini “schierati” nella penombra delle file di una platea costruita all’interno del Carcere minorile di massima sicurezza di Bicocca a Catania; un piccolo anfiteatro creato per alleviare le giornate appesantite dal fardello di una pena a volte troppo pesante da scontare e sopportare per anime così acerbe.
Quaranta ragazzi, che sono inciampati troppo presto lungo il loro cammino e che chiedono una mano che li aiuti a rialzarsi, un sorriso in più che li faccia tornare ad essere ciò che sono: poco più che bambini, con la loro innata voglia di divertirsi, i loro sogni, le loro aspettative, la loro spensieratezza.
Un’ora e mezza il tempo a nostra disposizione per accompagnarli nel mondo delle Malmaritate.
Un’ora e mezza il tempo a loro disposizione per dimenticare le mura fredde di una cella e viaggiare con la mente in un’altra dimensione.
Tutto è pronto, le voci sono calde, la voglia di suonare tanta, i nostri compagni di viaggio aspettano solo un cenno da parte nostra. Il concerto può finalmente avere inizio.
Come diceva Proust “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” e proprio aver avuto la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva tanto lontana dalla nostra, stando dietro le sbarre, ci ha permesso di fare uno dei viaggi più belli e intensi della nostra vita.”
Le Malmaritate
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